Lecce, maltrattamenti sul figlio di tre anni. L'Ordine degli Psicologi Puglia: "L'affidamento post separazione necessita di percorsi condivisi per una maggiore attenzione al benessere dei figli"
Ha creato scalpore a Lecce la notizia delle violenze e dei maltrattamenti subito da un bimbo di tre anni da parte del padre, al quale il piccolo era stato affidato dopo la separazione dei coniugi. Corpo cosparso di saliva e fango, segni di bruciatura da sigaretta e botte. "Sottolineando l'importanza della bigenitorialità, è da sostenere con forza che negli anni successivi alla separazione per i genitori e per i figli bisogna attuare interventi specialistici per sostenere la famiglia durante questa fase evolutiva critica", dice Antonio Di Gioia, presidente dell'Ordine degli psicologi della regione Puglia. Le indagini sono partite dalla denuncia da parte della madre del piccolo: le violenze sono andate avanti per 2 anni, dal 2015 al 2017. "La formalizzazione e realizzazione di un progetto educativo condiviso con i servizi specialistici pubblici e del privato-sociale", continua Ferdinando De Muro consigliere dell'Ordine, "dovrebbe essere buona prassi nel periodo post affidatario, un progetto gestito da professionisti in grado di seguire padre e madre in un percorso nel quale mostrare la propria affidabilità e responsabilità". "Il caso di questo bambino, vittima di violenze da parte di padre e zio, è purtroppo uno dei tanti casi con i quali ci scontriamo quotidianamente. Chiediamo il potenziamento di servizi territoriali pubblici e del privato sociale con la presenza di psicologi e professionisti della salute che intervengano in un'ottica multidisciplinare per prevenire altre situazioni traumatiche per i minori e le famiglie" conclude Antonio Di Gioia.
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